Questa è la lettera inviata all'evento di Roma in occasione della costituzione della Rete delle Reti e letta da Lidia Castellani.
Cara Lidia,
questa lettera è per te, in primis, e per le donne che stanno organizzando con generoso impegno la Rete delle Reti. Non posso dire di scrivere a nome di #2eurox10leggi perché di fatto, #2eurox10leggi non è un'associazione, non è un comitato e non si è mai data un'organizzazione che in modo trasparente e democratico scegliesse funzioni di rappresentanza. Lo dico subito perché ho grande rispetto per i processi democratici, anche e soprattutto all'interno delle associazioni, e credo siano indispensabili per quel diritto/dovere di rappresentanza di cui tutto il movimento femminile, a mio parere, avrebbe bisogno per incidere in concreto nella realtà e nella politica. E lo dico subito perché, in parte, #2eurox10leggi è stato un modo per bypassare il “problema” della rappresentanza dando la parola direttamente alle donne, ma anche a tanti uomini come si è visto in seguito, chiamati a scegliere “dal basso” le 10 richieste di legge che si ritenevano prioritarie per il Paese.
Quindi, se le donne che il 28 gennaio si riuniscono alla Sala della Federazione Nazionale della Stampa Romana decidessero di tener conto dell'esperienza di #2eurox10leggi, ascolterebbero non me, o le donne che con me hanno lavorato più alacremente a questo progetto, ma i quasi 2600 individui, uomini e donne, che in due mesi hanno scelto, votato, commentato, modificato le 10 richieste di legge, andando ben al di là dell'iniziale provocazione (l'acquisto di una pagina di quotidiano).
Richieste di leggi che sono lì, nel sito blog di #2eurox10leggi, e a disposizione di tutte e di tutti. Per la verità la numero 10, quella sul bilancio di genere, dovrà essere sostituita con una richiesta sulla regolamentazione consultori/obiettori di coscienza/aborto, perché così si sono orientate le richieste, mentre il bilancio di genere è stato quasi ignorato, se non del tutto.
E sono lì, nel sito, i contributi video di chi, a Milano il 17 dicembre, in modo autorevole e competente è venuto a raccontare e far conoscere i progetti di legge sulla paternità obbligatoria, sulla conciliazione dei tempi lavori e famiglie, sulla maternità universale, sulla democrazia paritaria, sugli stereotipi di genere, sul conteggio dei contributi per le pensioni delle donne. Sono progetti, questi sì, esistenti, che rispondono in parte a quello che quelle 2600 uomini e donne avevano chiesto. E che soprattutto hanno evidenziato come leggi migliori siano le fondamenta per una società migliore, come evoluzione culturale e legislativa vadano di pari passo. Insomma, parlare di richieste di leggi non è un'operazione fine a se stessa o lontana dalla quotidianità, ma il punto di partenza per cominciare a ridisegnare un Paese a misura anche delle donne e quindi un Paese migliore per tutti.
Certo, non c'è, né c'è mai stata, nessuna pretesa di scientificità in questa iniziativa. Nessun sondaggio Doxa. Ma chiara fin dall'inizio era la volontà di far esprimere la voce delle donne, spesso quelle fuori dalle associazioni, attraverso obiettivi concreti, immediatamente comunicabili. Fin dall'inizio per #2eurox10leggi è stato più importante sperimentare e mettere in buona pratica una nuova partecipazione dal basso, certe che vincere significa non solo conquistare una meta, ma anche costruire un percorso che, se non fa arrivare per prime, ci dovrebbe portare, insieme, lontano.
E andare lontano è l'augurio che faccio a la Rete delle Reti, come lo feci a Se Non Ora Quando e ai suoi annunciati Stati Generali delle Donne, da cui pure tutte siamo ri-partite, ri-trovate, senza per questo, va detto per amor di cronaca, partire e trovarci. Senza nessuna polemica o volontà di recriminazione, devo dire che molte delle associazioni e comitati presenti nella Rete delle Reti furono invitati anche a partecipare a #2eurox10leggi. Non lo ritennero opportuno, mentre lo hanno fatto ripeto, 2600 uomini e donne, fuori dalle associazioni e dai partiti politici certo, ma che pure credo abbiano pari diritto di esprimersi sui quei modi nuovi di fare politica e sull'agenda delle decisioni che la Rete delle Reti si propone ora di definire. Quindi buon lavoro e un solo invito: non dimentichiamoci per che cosa e a nome di chi siamo qui.
Un caro saluto, Manuela Mimosa Ravasio
#2eurox10leggi
Quando una donna fa politica, cambia la donna, ma quando tante donne fanno politica, cambia la politica. Michelle Bachelet
10 leggi per le donne
cosa rimane dell’iniziativa #2eurox10leggi
il testo è un articolo di Laura Preite su Woman's Journal, qui il link
Probabilmente alcune di voi ne hanno sentito parlare (i giornali e la rete ne hanno scritto e molto), numerose avranno anche sottoscritto le quote. In questo blog abbiamo ospitato il banner dell’iniziativa perché l’abbiamo da subito considerata, per i modi e i fini, lodevole. Però #2eurox10leggi si è concluso senza che si raggiungesse il “quorum”, ovvero quel numero di sottoscrizioni che avrebbe assicurato la somma necessaria a comprare una pagina del Corriere della Sera per pubblicare le 10 leggi a favore delle donne, obiettivo per cui era nata la pagina web e che ci si riprometteva di raggiungere entro il 2011. Chiariamo che #2eurox10leggi non aveva nulla a che vedere con l’iniziativa della francese Choisir la cause de femmes, che sta avendo una certa pubblicità in Italia grazie all’Idv che ha deciso di organizzare una serie di interventi per promuovere la “clausola dell’europea più favorita”.
Ma torniamo a #2eurox10leggi. Abbiamo deciso di intervistare una delle promotrici, Manuela Mimosa Ravasio, giornalista, che ci racconta che tipo di esperienza è stata e perché è valsa la pena provarci, nonostante l’obiettivo fosse più che ambizioso. (Se vuoi leggere com’è nata l’iniziativa e perché leggi qui).
Come si è conclusa l’esperienza #2europer10leggi?
Alla fine le quote prenotate sono state 2.599, corrispondenti a quasi 5.200 euro. Un bel numero, e certo sapevamo che raggiungere le 12500 quote era un’impresa titanica. Ma, subito dopo l’apertura del blog e l’avvio dell’iniziativa, ci siamo accorte che chi aderiva a #2eurox10leggi raccoglieva più che una semplice provocazione, l’acquisto di una pagina di un quotidiano. Chi aderiva a voleva partecipare, provare ad avere un contatto diretto con la politica e accellerarne i processi.
Quali sono state le leggi più sentite, tra quelle proposte come prioritarie?
Quelle più sentite, scelte e commentate sono state quelle riguardano i temi della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, della rappresentanza e della rappresentazione e dell’educazione di genere. La richiesta sul bilancio di genere invece, è stata quella meno votata mentre dalla rete è emerso un bisogno di regolamentare meglio le questioni che riguardano la presenza dei consultori, l’obiezione di coscienza in tema di aborto, il diritto all’interruzione di gravidanza e la presenza dei consultori.
Che cosa avete imparato come donne e come attiviste?
Personalmente ho toccato con mano la forza della Rete, la sua capacità di far emergere delle esigenze di cittadinanza e di espressione politica latenti, e che evidentemente non trovano ancora risposta nelle rappresentanze attuali. Parallelamente, bisogna anche ammettere che l’agorà telematica non basta per cambiare le cose. E passare dal divano, dove è pur facile dire, proporre, aderire, ai luoghi dove questo attivismo si fa concreto, è spesso difficile. Molto difficile.
Come donna, anche se #2eurox10leggi è stata un’esperienza che ha coinvolto (e questo è stato senz’altro uno dei dati più positivi) molti uomini, che con competenza e partecipazione hanno affrontato temi che solo per nostra miopia culturale consideriamo di genere, ho avuto solo conferme: e cioè che esistono donne meravigliose, tante, generose, intelligenti, piene di talento e di capacità di una visione diversa del futuro. E altre, per fortuna sempre più in minoranza, che non hanno ancora capito che l’inimicizia tra donne non è questione personale, ma è semplicemente apolitica, e un danno per tutte. Loro comprese.
Cosa pensi dell’associazionismo femminile?
In linea di massima stare insieme per un fine comune è una buona cosa, credo che ci renda cittadine e cittadini migliori. Il problema è che spesso le associazioni finiscono con l’essere piccole corporazioni che fanno fatica ad aprirsi a chi sta fuori. Nel caso dell’associazionismo femminile il problema, se vogliamo considerarlo tale, si mescola a una decennale incapacità di darsi una rappresentanza vera, democraticamente eletta, e per questo veramente in grado di decidere e portare avanti istanze a nome di tutte e tutti. È un tema di cui scrivo spesso nel mio blog ipaziaevviva.com.
Continuerete le vostre battaglie in rete o vi costituirete in associazione, e quali sono le prossime iniziative?
Quanto a #2eurox10leggi, no, non credo che serva un’altra associazione. Ne nascono come funghi e francamente credo che questo sia un segno di fragilità, non di pluralità. #2eurox10leggi, lo ripeto, è stato un mezzo (e non un fine) per far sentire la voce di chi sta fuori le associazioni o che in esse o da esse non si sente rappresentato evidentemente. Per quanto riguarda il futuro, una fondazione milanese ci ha offerto uno spazio per sei mesi gratuito. Le relatrici intervenute la mattina del 17 dicembre al Teatro Verga di Milano erano così entusiaste da voler fare un altro incontro. Ma non abbiamo ancora deciso nulla. Abbiamo, invece, mandato una lettera alle donne che il 28 gennaio si vedranno nella sala della FNSI a Roma per la Rete delle reti delle donne, anche perché, non vorremmo mai che la volontà di quei 2599 donne e uomini che ci hanno sostenuto fin qui, andasse dispersa.
Probabilmente alcune di voi ne hanno sentito parlare (i giornali e la rete ne hanno scritto e molto), numerose avranno anche sottoscritto le quote. In questo blog abbiamo ospitato il banner dell’iniziativa perché l’abbiamo da subito considerata, per i modi e i fini, lodevole. Però #2eurox10leggi si è concluso senza che si raggiungesse il “quorum”, ovvero quel numero di sottoscrizioni che avrebbe assicurato la somma necessaria a comprare una pagina del Corriere della Sera per pubblicare le 10 leggi a favore delle donne, obiettivo per cui era nata la pagina web e che ci si riprometteva di raggiungere entro il 2011. Chiariamo che #2eurox10leggi non aveva nulla a che vedere con l’iniziativa della francese Choisir la cause de femmes, che sta avendo una certa pubblicità in Italia grazie all’Idv che ha deciso di organizzare una serie di interventi per promuovere la “clausola dell’europea più favorita”.
Ma torniamo a #2eurox10leggi. Abbiamo deciso di intervistare una delle promotrici, Manuela Mimosa Ravasio, giornalista, che ci racconta che tipo di esperienza è stata e perché è valsa la pena provarci, nonostante l’obiettivo fosse più che ambizioso. (Se vuoi leggere com’è nata l’iniziativa e perché leggi qui).
Come si è conclusa l’esperienza #2europer10leggi?
Alla fine le quote prenotate sono state 2.599, corrispondenti a quasi 5.200 euro. Un bel numero, e certo sapevamo che raggiungere le 12500 quote era un’impresa titanica. Ma, subito dopo l’apertura del blog e l’avvio dell’iniziativa, ci siamo accorte che chi aderiva a #2eurox10leggi raccoglieva più che una semplice provocazione, l’acquisto di una pagina di un quotidiano. Chi aderiva a voleva partecipare, provare ad avere un contatto diretto con la politica e accellerarne i processi.
Quali sono state le leggi più sentite, tra quelle proposte come prioritarie?
Quelle più sentite, scelte e commentate sono state quelle riguardano i temi della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, della rappresentanza e della rappresentazione e dell’educazione di genere. La richiesta sul bilancio di genere invece, è stata quella meno votata mentre dalla rete è emerso un bisogno di regolamentare meglio le questioni che riguardano la presenza dei consultori, l’obiezione di coscienza in tema di aborto, il diritto all’interruzione di gravidanza e la presenza dei consultori.
Che cosa avete imparato come donne e come attiviste?
Personalmente ho toccato con mano la forza della Rete, la sua capacità di far emergere delle esigenze di cittadinanza e di espressione politica latenti, e che evidentemente non trovano ancora risposta nelle rappresentanze attuali. Parallelamente, bisogna anche ammettere che l’agorà telematica non basta per cambiare le cose. E passare dal divano, dove è pur facile dire, proporre, aderire, ai luoghi dove questo attivismo si fa concreto, è spesso difficile. Molto difficile.
Come donna, anche se #2eurox10leggi è stata un’esperienza che ha coinvolto (e questo è stato senz’altro uno dei dati più positivi) molti uomini, che con competenza e partecipazione hanno affrontato temi che solo per nostra miopia culturale consideriamo di genere, ho avuto solo conferme: e cioè che esistono donne meravigliose, tante, generose, intelligenti, piene di talento e di capacità di una visione diversa del futuro. E altre, per fortuna sempre più in minoranza, che non hanno ancora capito che l’inimicizia tra donne non è questione personale, ma è semplicemente apolitica, e un danno per tutte. Loro comprese.
Cosa pensi dell’associazionismo femminile?
In linea di massima stare insieme per un fine comune è una buona cosa, credo che ci renda cittadine e cittadini migliori. Il problema è che spesso le associazioni finiscono con l’essere piccole corporazioni che fanno fatica ad aprirsi a chi sta fuori. Nel caso dell’associazionismo femminile il problema, se vogliamo considerarlo tale, si mescola a una decennale incapacità di darsi una rappresentanza vera, democraticamente eletta, e per questo veramente in grado di decidere e portare avanti istanze a nome di tutte e tutti. È un tema di cui scrivo spesso nel mio blog ipaziaevviva.com.
Continuerete le vostre battaglie in rete o vi costituirete in associazione, e quali sono le prossime iniziative?
Quanto a #2eurox10leggi, no, non credo che serva un’altra associazione. Ne nascono come funghi e francamente credo che questo sia un segno di fragilità, non di pluralità. #2eurox10leggi, lo ripeto, è stato un mezzo (e non un fine) per far sentire la voce di chi sta fuori le associazioni o che in esse o da esse non si sente rappresentato evidentemente. Per quanto riguarda il futuro, una fondazione milanese ci ha offerto uno spazio per sei mesi gratuito. Le relatrici intervenute la mattina del 17 dicembre al Teatro Verga di Milano erano così entusiaste da voler fare un altro incontro. Ma non abbiamo ancora deciso nulla. Abbiamo, invece, mandato una lettera alle donne che il 28 gennaio si vedranno nella sala della FNSI a Roma per la Rete delle reti delle donne, anche perché, non vorremmo mai che la volontà di quei 2599 donne e uomini che ci hanno sostenuto fin qui, andasse dispersa.
l'anno che verrà
Oggi, 31 dicembre 2011, il progetto di crowdfunding di #2eurox10leggi si conclude. Quando si lancia una sfida, come era una sfida la provocazione del primo tweet che chiamava uomini e donne a comprarsi una pagina di giornale dove pubblicare 10 richieste di leggi scelte dalle donne per un Paese migliore, si è consapevoli che si può anche mancare l'obiettivo. Può sembrar strano in un mondo dove tutti, prima di esprimersi, si assicurano di stare sul carro del vincitore, o nella cordata giusta. Per #2eurox10leggi invece, fin dall'inizio è stato più importante sperimentare e mettere in buona pratica una nuova partecipazione dal basso, certe che vincere significa non solo conquistare una meta, ma anche costruire un percorso che, se non fa arrivare per primi, ci porta, insieme, lontano. Ad ora, quando alla scadenza della raccolta fondi sulla piattaforma libera e gratuita di Produzioni dal Basso mancano 7 ore e 49 minuti, siamo riuscite a raccogliere 2589 quote per un totale di 5178 euro. Questo significa che, questa iniziativa nata sul web da un gruppo di donne lontane da associazioni e partiti e, permetteteci di dire, in alcuni casi anche ostacolate da associazioni e partiti (meno), ha unito attorno a un obiettivo comune quasi tre mila individui. Non è poco. Molto prima di oggi, in tempi non sospetti, avevamo già affermato di essere orgogliose del risultato ottenuto. Dobbiamo esserlo tutti e tutte. Della tanta visibilità ottenuta sulla stampa web e non, e dell'alta partecipazione dei blogger. Un grazie immenso a tutte e a tutti. L'augurio migliore per l'anno che verrà è senz'altro quello che questo cammino, in qualche modo, secondo modalità tutte da inventare, possa andare avanti. E anche questo, come sempre, dipenderà da noi. Buon 2012.
parte il crowdfunding natalizio di #2eurox10leggi
Vogliamo provarci fino in fondo. Fino al 31 dicembre 2011. Con una nuova immagine regalataci dallo studio milanese dejavu,#2eurox10leggi rinnova il suo invito alla prenotazione e sottoscrizione delle quote per arrivare alla cifra di 25 mila euro utile per pubblicare le 10 richieste di legge scelte dalle donne. Il finanziamento avviene sempre nella piattaforma gratuita on line di Produzioni dal Basso. Potete usare questa immagine anche nei profili FB, come banner e su tutti i social network. Grazie!
prossima fermata Milano #17 dicembre
Abbiamo fatto più strada di quella che ci saremmo aspettate. Questa è la verità. Bisogna dirlo perchè nessuno, da quel 4 ottobre, si sarebbe immaginato che tante persone, uomini e donne, avrebbero condiviso questa iniziativa. Che, va detto, davanti mette proposte e obiettivi, e dietro le persone, gli slogan. Non è cosa che genera simpatia in genere, soprattutto a chi ama truppe con voto di obbedienza. Comunque, eccoci qui. Oggi qualcuno dice che nella politica c'è anche il tempo dell'attesa, #2eurox10leggi dimostra invece che c'è una parte di persone che pensa che non c'è più tempo da perdere. Che ha forte desiderio per il più radicale dei cambiamenti, quello che coinvolge il patto tra donne e uomini nella costruzione del loro futuro. In fretta siamo arrivati al 17 dicembre, il giorno del “debutto live” di #2eurox10leggi al Teatro Verga di Milano (a lato il logo con il link dell'evento). In un certo senso è un regalo per tutti e tutte coloro che hanno fatto dell'iniziativa quello che è: un aggregatore di entusiasmo capace di farci chiamare da un'Associazione Culturale a noi sconosciuta come Il Cielo per offrirci gratuitamente lo spazio del Teatro Verga per realizzare l'evento. Succede. Succede che scopri che hai intessuto legami di fiducia e simpatia e che, aiutandosi l'un l'altra, si possono chiamare persone come Monica D'Ascenzo, Marilisa D'Amico, Iaia Caputo, Marisa Montegiove, Alessia Mosca, Marina Piazza, Alessandra Perrazzelli, Lorella Zanardo a partecipare con il loro talento e le loro competenze a una discussione partecipata nata sul web da donne e uomini normali quasi come una provocazione. Grazie. Grazie a chi ha già detto di sì e grazie a chi verrà. Grazie perché sarà bello sedersi in un teatro guardarsi in faccia e ascoltare. Questa volta sì, è tempo di ascoltare. Perchè anche questo è partecipazione.
#2eurox10leggi ancora una pagina a pagamento?
All'inizio fu una provocazione. Una provocazione per stigmatizzare un'anomalia tutta italiana. E un'anomalia che, ad oggi, si è ripetuta ben cinque volte. Così, l'ultima volta che un singolo si è comprato una pagina su un quotidiano per scrivere le sue lamentazioni, qualcuno ha commentato: «Propongo di comprare una pagina a pagamento per dire basta alle pagine a pagamento». Non fa una piega. E noi allora? Cosa stiamo facendo? Una prima risposta potrebbe essere: #2eurox10leggi sta provando a cambiare gli equilibri tra i fattori di un prodotto. Il prodotto, è vero, non cambia, ma invece di 1 per 100 mila, vogliamo arrivare a 100 mila per uno. “Uno“ sta per un obiettivo comune e concreto, “uno” sta per le 10 richieste di legge che le donne, ma anche molti uomini, ritengono ormai indifferibili. E questo perché fin dall'inizio abbiamo scelto di far prevalere il senso del noi rispetto all'esternazione individuale. Abbiamo preferito dare valore alla partecipazione comune e non al potere del denaro o delle lobby. Nessun bonifico immediato quindi, ma un faticoso, e per alcuni lento, processo di crowdsourcing e crowdfunding. Con punti di vista diversi, twit, commenti, 2 euro alla volta (qualcuno anche un po' di più è vero), un post alla volta. Un cammino di cui credo si possa essere orgogliose e che, considerando i dati, ci ha già portato lontane. O forse più vicine, perché no. Più vicine alla condivisione di 10 temi importanti per il futuro di questo Paese. Più vicine alla costruzione di una buona prassi di politica tra donne (e non solo) fatta di fiducia e trasparenza. Più vicine a dimostrare che se è nella Rete che le donne hanno trovato una propria Agorà, è facendo Rete che potranno agire nella Realtà. Mi si perdoni la rima, ma non stiamo scherzando. Per ora, segnatevi la data del 17 dicembre. È tempo di cominciare.
Blogging Day. I risultati.
Sono 50 i blog che hanno partecipato al Blogging Day #2eurox10leggi dell’11.11.2011. Nello stesso giorno su Twitter, secondo Hashtracking, l’hashtag #2eurox10leggi il valore dei tweet è stato 822, 573.531 le impression e 110.578 i followers raggiunti. E mentre il blog, sempre tra il 10 e l1 novembre scalave le 8000 pagine visitate, la prenotazione quote raddoppiava. Ma cosa è emerso dalla riflessione collettiva generata dal Blogging Day? Ecco una piccola classifica di parole e temi proposti dai vari post. Un primo dato condiviso è quello di considerare le questioni di genere non questioni per sole donne (La Tigella). D’altra parte, non ci può essere distinzione di genere quando si parla di dignità nel lavoro, nella famiglia e nella società (ifratelliKaramazov). Il muro che separa uomini e donne nei temi solitamente posti dalle donne è stato quindi abbattuto? La condivisione tra i generi è davvero la strada per avere una società migliore a misura di uomini e donne? (La Pillola Rossa di Grimilde e Pragnatiko). A guardare la partecipazione di molti blogger uomini a questa giornata si direbbe di sì. Ancora più chiaro chi afferma che la mancanza della voce delle donne in questo Paese è la madre di tutte le ingiustizie, mentre la loro scarsa presenza nella scena pubblica non è un problema delle donne ma un problema di tutta la società (Pratiche Sociali).
E, non è un caso, tra le leggi più sentite ci sono quelle che riguardano la conciliazione dei tempi dei lavori e della famiglia e della loro condivisione (Mammaeconomia, Articolo37). Emerge, dalle donne, un desiderio di impegnare i propri talenti nei lavori, di essere produttive al di là della famiglia (Mamma che testa, Cuor di carciofo). Ed emerge, la condivisione di una maternità-paternità di pari dignità e responsabilità, considerata cosa positiva anche per gli uomini (Elena cittadina del mondo).
Altra parola, e desiderio, ricorrente è cambiamento. Un cambiamento che arriva delle piccole cose, come la ripartizione dei lavori di cura e della famiglia, ma capace proprio per questo di produrre profonde rivoluzioni nel nostro modo di vivere e quindi nella società (Blimunda). C’è però chi è andato oltre e, su Twitter, ha chiesto a varie personalità, da Pippo Civati a Alesandro Maran, se ritenevano possibile un Premier donna. Perché proprio la presenza delle donne è sinonimo di cambiamento, mentre un’operazione come #2eurox10leggi è vista come un acceleratore dei tempi della politica (Una Opinione).
Fanno coppia con la parola cambiamento quelle di consapevolezza e partecipazione. La presa di coscienza di queste problematiche da parte di uomini e donne è indispensabile per una società più matura e giusta (A.r.p.a. Raggiungimento Parità e LaTina), fino a costituire un vero e proprio potere per le donne e gli uomini che intendono influenzare i processi della politica (Ipaziaèvviva). Partecipazione è nei post del Blogging Day quasi un mantra positivo, legato alla parola libertà (Chiaradinome), e legato alla possibilità di essere protagonisti di un nuovo processo democratico capace di rinnovare la fiducia tra istituzioni politiche e cittadine e cittadini (Donne Manager Italia, Ipaziaèvviva). Qui non si chiedono soldi, ma molto di più, si chiede partecipazione (Lucia e basta). Si chiede cittadinanza attiva per chi, citando Albert Einstein, non vuole cadere nell’inerzia dei giusti (Mamarketing).
E speriamo che questo impegno dia i suoi risultati. In labore fructus (Lucio Cincinnato per pensieridiStefania), affinché le donne diventino, da oggetto, a soggetto della politica. D’altra parte, l’esigenza del fare, di provare a fare, è vista come l’unico modo per incrinare un sistema che è sempre stato impermeabile alle questioni femminili (Sabrina Arcarola). E anche ora, in piena emergenza, le questioni delle donne rischiano di essere inascoltate, quando invece potrebbero rappresentare il volano del cambiamento (Donne in Ritardo). Partecipare quindi è l’unico modo per agire nella realtà (Wonderpaulastra), per esercitare le nostre volontà. Partecipare è l’unico modo per uscire dall’individualismo e recuperare un senso del noi, abbassare le proprie personali differenze a vantaggio di una lotta comune (Una Opinione). Mettersi insieme pur nelle differenza dunque (Donne Migranti, Era ora di iniziare), mettersi insieme per agire nella Realtà. 12 mila persone che non si conoscono e che si mettono insieme per una causa comune può far paura, ma mi piace (Pentapata).
Perché #2eurox10leggi è nato dalla Rete ma dalla Rete vuole uscire (BatBlog)e non vuole certo essere una sorta di Second Life (Blogger Creativa, ifratelliKaramazov). D’altra parte, #2eurox10leggi per alcuni è già di per sé un fatto (Donne Migranti) e pronto per chiamare al tavolo della partecipazione anche competenze e talenti capaci di accrescere quella consapevolezza e quell’impegno a cui hanno partecipato, finora, più di 1500 fra uomini e donne (Ipaziaèvviva).
E, non è un caso, tra le leggi più sentite ci sono quelle che riguardano la conciliazione dei tempi dei lavori e della famiglia e della loro condivisione (Mammaeconomia, Articolo37). Emerge, dalle donne, un desiderio di impegnare i propri talenti nei lavori, di essere produttive al di là della famiglia (Mamma che testa, Cuor di carciofo). Ed emerge, la condivisione di una maternità-paternità di pari dignità e responsabilità, considerata cosa positiva anche per gli uomini (Elena cittadina del mondo).
Altra parola, e desiderio, ricorrente è cambiamento. Un cambiamento che arriva delle piccole cose, come la ripartizione dei lavori di cura e della famiglia, ma capace proprio per questo di produrre profonde rivoluzioni nel nostro modo di vivere e quindi nella società (Blimunda). C’è però chi è andato oltre e, su Twitter, ha chiesto a varie personalità, da Pippo Civati a Alesandro Maran, se ritenevano possibile un Premier donna. Perché proprio la presenza delle donne è sinonimo di cambiamento, mentre un’operazione come #2eurox10leggi è vista come un acceleratore dei tempi della politica (Una Opinione).
Fanno coppia con la parola cambiamento quelle di consapevolezza e partecipazione. La presa di coscienza di queste problematiche da parte di uomini e donne è indispensabile per una società più matura e giusta (A.r.p.a. Raggiungimento Parità e LaTina), fino a costituire un vero e proprio potere per le donne e gli uomini che intendono influenzare i processi della politica (Ipaziaèvviva). Partecipazione è nei post del Blogging Day quasi un mantra positivo, legato alla parola libertà (Chiaradinome), e legato alla possibilità di essere protagonisti di un nuovo processo democratico capace di rinnovare la fiducia tra istituzioni politiche e cittadine e cittadini (Donne Manager Italia, Ipaziaèvviva). Qui non si chiedono soldi, ma molto di più, si chiede partecipazione (Lucia e basta). Si chiede cittadinanza attiva per chi, citando Albert Einstein, non vuole cadere nell’inerzia dei giusti (Mamarketing).
E speriamo che questo impegno dia i suoi risultati. In labore fructus (Lucio Cincinnato per pensieridiStefania), affinché le donne diventino, da oggetto, a soggetto della politica. D’altra parte, l’esigenza del fare, di provare a fare, è vista come l’unico modo per incrinare un sistema che è sempre stato impermeabile alle questioni femminili (Sabrina Arcarola). E anche ora, in piena emergenza, le questioni delle donne rischiano di essere inascoltate, quando invece potrebbero rappresentare il volano del cambiamento (Donne in Ritardo). Partecipare quindi è l’unico modo per agire nella realtà (Wonderpaulastra), per esercitare le nostre volontà. Partecipare è l’unico modo per uscire dall’individualismo e recuperare un senso del noi, abbassare le proprie personali differenze a vantaggio di una lotta comune (Una Opinione). Mettersi insieme pur nelle differenza dunque (Donne Migranti, Era ora di iniziare), mettersi insieme per agire nella Realtà. 12 mila persone che non si conoscono e che si mettono insieme per una causa comune può far paura, ma mi piace (Pentapata).
Perché #2eurox10leggi è nato dalla Rete ma dalla Rete vuole uscire (BatBlog)e non vuole certo essere una sorta di Second Life (Blogger Creativa, ifratelliKaramazov). D’altra parte, #2eurox10leggi per alcuni è già di per sé un fatto (Donne Migranti) e pronto per chiamare al tavolo della partecipazione anche competenze e talenti capaci di accrescere quella consapevolezza e quell’impegno a cui hanno partecipato, finora, più di 1500 fra uomini e donne (Ipaziaèvviva).
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